Cutro – “Non nel mio nome”. E’ lo slogan con cui una rete di realtà sociali calabresi si è organizzata per una manifestazione di protesta contro il Governo che si riunisce a Cutro per il Cdm che varerà nuove norme in tema di migranti dopo il naufragio a Steccato. A lanciare l’inziativa è stato il sindacato ‘La Base’ di Cosenza con un passaparola via social che ha raccolto le adesioni di Usb e Cobas, movimenti e comitati territoriali, attivati anche grazie alla Rete 26 febbraio, che dopo la tragedia dei migranti nel crotonese ha raccolto oltre 200 associazioni della Regione. Stefano Mancuso, de La Base, spiega che il presidio è stato autorizzato e partirà da Piazza Gio’ Leonardo di Bona, dove si è data appuntamento la contro-manifestazione di cittadini cutresi che sostengono la candidatura della città al Nobel per la pace.
“Siamo a Cutro – dice Mancuso – per la dignità e per il riscatto della nostra terra. Abbiamo lanciato ieri la manifestazione al Consiglio dei ministri a Cutro. Una protesta per la dignità del nostro popolo, la dignità della nostra Regione e perchè queste cose non avvengano mai più. E per la dignità dei popoli in fuga come lo siamo stati noi in passato”. Mancuso aggiunge che l’iniziativa nasce “contro ogni passerella sulla pelle delle persone, sulla pelle dei nostri territori e dei nostri problemi. Una manifestazione pacifica che avrà come slogan ‘Non nel mio nome’, perchè è importante fare sentire la voce dei cittadini, della gente di questa terra, affinchè queste vicende non si ripetano, non solo i drammi e le tragedie ma anche gli inganni, le menzogne e tutto quello che in questi giorni ha fatto indignare”. “La Calabria ha un cuore grande al contrario di questo Governo che ha mortificato la nostra terra e ci ha abbandonato con 70 morti e tante persone da assistere e sostenere. L’ultimo oltraggio sulle salme che avrebbero voluto spostare altrove contro la volontà dei familiari. No alla politica sui morti”.
Bruno Mirante