Catanzaro – Pistole e fucili ma anche armi da guerra come kalashnikov occultati all’interno di bidoni sigillati ermeticamente e nascosti in una zona impervia di Catanzaro nord, in contrada “Cuturelle” nelle vicinanze del quartiere Gagliano. Lo stesso metodo veniva utilizzato per nascondere e conservare ingenti quantitativi di marijuana e hashish. È quanto ha scoperto la squadra mobile della Questura di Catanzaro che questa mattina ha dato esecuzione al decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 20 indagati, sulla base della ritenuta sussistenza, da parte dell’Ufficio di Procura, del pericolo di fuga e di gravi indizi in ordine ai delitti, a vario titolo ipotizzati, nei loro confronti, rispettivamente, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e associazione finalizzata al traffico di armi con l’aggravante mafiosa, in quanto poste in essere al fine di agevolare pericolose cosche di ‘ndrangheta.

“L’attività della squadra mobile ha ricostruito il dirigente Fabio Catalano – prende le mosse dal giugno del 2021, all’indomani della cattura di un latitante sfuggito alla maxioperazione Rinascita-Scott e poi rintracciato sul territorio di Catanzaro, e da lì che si è dipanata una importante attività di indagine che ha consentito di ricostruire l’operatività di queste due organizzazioni criminali parallele”. Il riferimento è all’arresto del latitante Agostino Papaianni rintracciato dalle forze dell’ordine in un B&B del capoluogo. Secondo il procuratore vicario Vincenzo Capomolla “la rilevanza di questo procedimento penale è costituita da un profilo che è sostanzialmente legata alla disponibilità un arsenale micidiali di armi, oggetto di sequestro, destinato alle cosche di ‘ndrangheta operanti nel distretto di Catanzaro. Il provvedimento si è fondato su una serie di emergenze di carattere tecnico ma anche sull’esito di perquisizioni e sequestri che sono stati operati nel territorio intorno alla città di Catanzaro – un aspetto particolarmente inquietante –, di numerosissime armi. Anche le attività di occultamento di queste dimostrano dei meccanismi collaudati, bidoni chiusi ermeticamente in luoghi impervi. Le armi rinvenute sono state veramente tante e micidiali come fucili, mitragliatori da guerra. Un arsenale ricco, insomma, che dimostra quanto sia realmente pericoloso questo contesto. Per quanto riguarda l’altra organizzazione – ha continuato il procuratore -, quella dedita al traffico di stupefacenti, ha coinvolto una serie di persone già interessate da vicende processuali che hanno esitato sentenze di condanna. Quindi questo dimostra che anche in questo caso si tratta di un sistema collaudato di canali di rifornimento anche in aree diverse da quelle del Catanzarese, nel Vibonese in particolare e della gestione di piazze di spaccio”.

L’operazione odierna è stata denominata Secreta collis. Un nome che trae origine dalla zona collinare (contrada Cuturelle) dove le due presunte associazioni erano solite occultare le armi e la droga. Settanta le armi militari, tra cui kalasnikov, fucili e pistole sequestrate insieme ad almeno 7mila munizioni. Secondo quanto è stato riferito in conferenza stampa la droga veniva acquistata attraverso i canali di approvvigionamento del vibonese e rivenduta nelle piazze di spaccio dei quartieri di Gagliano e Mater Domini di Catanzaro. Mentre le armi erano a disposizione anche di altre consorterie di ‘ndrangheta. Per il Questore di Catanzaro Paolo Sirna “l’attività che è stata effettuata dall’autorità e dalla polizia giudiziaria ha un grande merito, quello di avere sottratto un arsenale dalla disponibilità della criminalità. Credo che si tratti di uno dei sequestri più ingenti di armi che si sia verificato sul territorio regionale”.

Bruno Mirante

Pistole e armi da guerra nascosti nelle colline di Catanzaro, operazione Dda: “Arsenale micidiale” 

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