Operazione “Lande desolate”, Gratteri: “Dichiaravano di aver completato piste da sci ma c’era solo terra battuta”

Catanzaro – L’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri, ritenuto soggetto vicino al clan Muto di Cetraro, sarebbe stato in grado di “influenzare direttamente l’azione politico-amministrativa del presidente della Regione”. È quanto scrive il gip Pietrò Carè, nell’ordinanza relativa all’operazione eseguita dalla Guardia di finanza e denominata “Lande desolate”. L’operazione ha disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza (San Giovanni in Fiore) per il governatore calabrese con l’accusa di abuso d’ufficio.

Complessivamente le misure emesse dal gip distrettuale su richiesta della Procura distrettuale antimafia al termine delle indagini condotte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria diretto dal colonnello Michele Merulli, sono 16. Due delle quali riguardano l’ex sindaco di Pedace Marco Oliverio (obbligo di dimora) e l’imprenditore Giorgio Barbieri, già arrestato nel febbraio dello scorso anno nell’ambito di un’altra inchiesta perchè accusato di essere intraneo alla cosca Muto.

“La prima anomalia che è saltata agli occhi – ha evidenziato il procuratore capo Nicola Gratteri – è stata il fatto che una sola ditta si fosse presentata per la realizzazione dei lavori dell’aerosuperficie di Scalea e dell’impianto sciistico di Lorica. Tutti i dirigenti preposti all’istruttoria per reperire i fondi europei erano consapevoli che l’impresa Barbieri non aveva i fondi necessari per completare le opere”. Sullo sfondo c’è la realizzazione di 3 importanti opere pubbliche: l’impianto sciistico di Lorica, l’aerosuperficie di Scalea e piazza Bilotti a Cosenza. Tutti lavori portati avanti dalla ditta Barbieri. Per quanto riguarda le prime due opere, queste sono rimaste incompiute.