Catanzaro – L’emozione è palpabile negli occhi degli uomini e delle donne che sono stati al suo fianco nella battaglia che in questi anni li ha visti in prima fila nella lotta alla criminalità organizzata. Per alcuni di loro Nicola Gratteri è stato il primo procuratore capo della loro giovane avventura professionale. “Quando sono arrivati a Catanzaro molti di loro conoscevano il codice meglio di me e di Capomolla – ha affermato Gratteri – ma non conoscevano il codice non scritto, abbiamo fatto squadra, abbiamo fatto sintesi e i risultati sono cominciati ad arrivare”.
Il commiato di Gratteri dalla Procura di Catanzaro ha visto la partecipazione dei vertici provinciali e regionali delle forze dell’ordine ma al di là del protocollo, sono stati i magistrati della sua procura i veri protagonisti della giornata. A tributare un saluto gravido di emozioni al nuovo procuratore della Repubblica di Napoli sono stati, infatti, il vicario di Gratteri, il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla, il procuratore generale Giuseppe Lucantonio e poi, in rappresentanza della sua giovane e titolata “squadra”, è toccato al sostituto procuratore Veronica Calcagno trasferire ai presenti le emozioni vissute al fianco del procuratore capo. Prima degli interventi, è stata l’orchestra giovanile di Laureana di Borrello ad inaugurare la cerimonia dando vita ad un concerto nell’atrio dello storico palazzo che ospita la Procura. “Sono le cose che prolungano la tua presenza a Catanzaro” – ha dichiarato Capomolla nel prendere la parola. “E una di queste cose possiamo vederla qui, la nuova procura”.
Poche significative parole sono state pronunciate, a seguire, dal procuratore Lucantonio. “In genere gli amici sono quelli che si incontrano da ragazzi e si portano per la vita, però io, in Nicola, ho trovato non solo un amico e una persona sincera e leale ma una persona di un’umanità eccezionale che ha saputo coniugare il rigore della legge con il senso dell’uomo. Il mio augurio a Nicola è che quando arriverà all’età della pensione, prima di ritornare nella sua Calabria, vada via da Napoli con lo stesso affetto che ha ricevuto a Catanzaro”. Tante le parole di stima che Lucantonio ha espresso nei confronti dei magistrati della procura prima di lasciare il pulpito al procuratore Calcagno.
“Caro procuratore – ha affermato Calcagno trattenendo a stento l’emozione – oggi per noi non è un giorno di commiato ma festeggiamo il traguardo professionale che hai raggiunto e il riconoscimento dell’impegno che ha rotto in Calabria il sentimento della rassegnazione. Sono stati anni difficili ma bellissimi, nessun procuratore è talmente amato. Lavorare insieme è stato un onore immenso e porteremo avanti il nostro progetto. Questa è e resterà la tua procura per sempre”.
Bruno Mirante