Catanzaro – “Sono un uomo libero e non starò mai zitto per compiacere il potere o avere in cambio qualche favore. Continuerò a dire sempre quello che penso”. In un’intervista esclusiva a “Il Lametino.it”, il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, parla a tutto campo del suo futuro prossimo – non appena scadrà il mandato alla guida della Dda del capoluogo di regione – si sofferma sulla storia criminale della Calabria e in particolare sulle dinamiche di ‘ndrangheta nella piana di Lamezia Terme, sui delitti irrisolti – da quello dei netturbini a quello Ferlaino – e quelli svelati, come l’omicidio Pagliuso.

Nel suo nuovo ufficio, nella sede appena inaugurata della cittadella giudiziaria di Catanzaro, col piglio di sempre Nicola Gratteri ripercorre tutte le tappe che hanno portato in tempi record alla realizzazione della nuova procura in un ex convento, all’apertura dell’aula bunker di Lamezia Terme per dare il via al processo “Rinascita Scott”, la maxi operazione realizzata nel 2019 contro le cosche del Vibonese. Racconta degli ostacoli che “solo la mia testa dura” ha consentito di superare per l’esecuzione delle due opere e si sofferma sui prossimi passi della sua lunga carriera che – per la prima volta da quando è diventato magistrato – potrebbe portarlo lontano dalla Calabria.

Nel futuro le procure di Napoli, Roma oppure la pensione: “C’è gente che può fare solo un mestiere, io almeno tre o quattro”

“Potrei stare a Catanzaro fino al 16 maggio 2024 – spiega al “Lametino.it” – dal 17 in questa procura tornerei sostituto procuratore dell’ordinaria, quindi non per reati di mafia. Devo per forza trovare per quella data un posto in cui poter continuare a fare il procuratore della Repubblica e che anche sul piano motivazionale rappresenti per me una sfida. Ho fatto domanda per la procura di Napoli e vedremo cosa pensa di me il Csm, in ogni caso si deciderà a febbraio 2023. Si è liberata la procura generale di Roma e farò domanda anche per quella”.

“Altrimenti – se per il Csm e la politica non vado bene per nessuna delle due postazioni – potrei andare in pensione – aggiunge – e continuare a scrivere libri, a dire la mia. In realtà posso fare tante cose. C’è gente che può fare solo un mestiere, io almeno tre o quattro. Sono un bravo organizzatore, ho una grande manualità.  Da bambino, nel mio paese (Gerace, ndr) sono andato a bottega – questa era la tradizione – e da quando avevo cinque anni ho iniziato a lavorare: ho imparato a fare il calzolaio, il panettiere, il falegname, il meccanico, a coltivare l’orto. Una cosa sia chiara sempre: sono sotto scorta dall’aprile 1989, più passano gli anni e minore è la mia libertà fisica, anche per percorrere 10 metri devo parlarne con la scorta ma nella mia testa resto un uomo libero, assai libero. Non ho padroni e continuerò a dire quello penso e se non lo dico è perché non lo posso dimostrare, ma di certo non starò in silenzio per avere incarichi. Sono libero e sono geloso di questa mia libertà. Molti non parlano per codardia o opportunismo rispetto al potere del momento. Non io”.

Segue seconda parte dell’intervista al procuratore Gratteri dedicata a Lamezia

Intervista di Giulia Veltri

Riprese e Video di Antonia Butera

ESCLUSIVO – Intervista al procuratore Gratteri: “Sono un uomo libero e non starò mai zitto per compiacere il potere”