Lamezia Terme – Sedici persone arrestate in flagranza, colte nell’atto dello spaccio, oltre 150 chili di droga sequestrata fra cocaina e marijuana, sigilli a una piantagione di oltre 4mila piantine di cannabis. Sono soltanto alcuni dei numeri dell’operazione Artemis, realizzata oggi dalla Dda di Catanzaro e dai carabinieri, culminata nell’arresto di 59 persone per un totale di 86 indagati. Sotto la lente le articolate e complesse attività illegali che sarebbero state messe in campo dalla cosca Cracolici a cavallo fra Lamezia e l’entroterra fra le province di Catanzaro e Vibo Valentia, e in particolare fra Maida, Jacurso e Cortale. L’indagine – ancora alle battute iniziali e che neccessita ora di ulteriori riscontri probatori alla luce delle difese – si è sviluppata su due piani, da una parte le attività della cosca ai quali sono stati contestati dagli investigatori una serie di reati di stampo mafioso, dall’altra la rete di spaccio soprattutto fra giovanissimi nella città di Lamezia. L’operazione, infatti, ha preso avvio a novembre 2021 per l’arresto in flagranza a Lamezia di un piccolo spacciatore. Da qui è partita l’attività investigativa che ha consentito di risalire ai grossisti. Decine gli episodi di spaccio contestati nell’ordinanza avvenuti a Lamezia, anche a giovanissimi e finanche a domicilio.
Procuratore Capomolla: “Cosca aveva monopolio di traffico di cocaina e marijuana”
“Si tratta di un’ordinanza importante – ha spiegato il procuratore capo facente funzioni di Catanzaro, Vincenzo Capomolla – per una serie di reati a partire dall’associazione mafiosa finalizzata al traffico di stupefacenti e altri delitti gravi. Colpita la cosca che opera nell’area del lametino fra Maida, Jacurso e Cortale a cavallo con la provincia di Vibo, ovvero la cosca Cracolici, alcuni dei componenti vittime di omicidio come Raffaele Cracolici avvenuto nel 2004. Siamo nella fase preliminare delle indagini ma possiamo dire di aver agito in profondità. Sotto la lente l’espansione delle attività quando alcuni esponenti erano in carcere per le operazioni Rinascita e Imponimento. Fra le accuse – ha spiegato – anche la copertura della latitanza di alcuni soggetti. Aveva realizzato una vera e propria egemonia in questa porzione di territorio coprendo vuoto creato da diverse operazioni giudiziarie. Abbiamo riscontrato anche illeciti legati alle attività boschive, al controllo delle attività economiche e alla produzione di droga. Sono state scoperte diverse piantagioni di marijuana. Il controllo si estendeva anche allo spaccio della cocaina con relazioni sia nel Reggino che nel Crotonese”. E, ancora “l’organizzazione aveva anche possibilità di infiltrarsi nei procedimenti penali con finte testimonianze finalizzate alla scarcerazione. Abbiamo riscontrato anche profili arcaici, un indagato aveva tatuato sul braccio il nome di un congiunto ucciso per mafia. Coinvolti due esponenti delle forze dell’ordine”.
Comandante dei carabinieri Mazzullo: “Indagine delicata per coinvolgimento forze dell’ordine
Il comandante dei carabinieri di Catanzaro, Giuseppe Mazzullo, ha aggiunto: “Indagini delicate, perché nata per colpire lo spaccio fra giovani nella città fra giovanissimi, con consegne anche a domicilio. Siamo risaliti ai grossisti che si occupavano di smerciare enormi quantità di droga e a produrla con tecniche molto raffinate. Purtroppo abbiamo registrato la presunta complicità di due carabinieri ma i reparti investigativi hanno saputo muoversi per non compiere passi falsi”.
Colonnello del Gruppo Lamezia, Gianluca Zara: “Spaccio anche tra giovanissimi”
“L’operazione dimostra come il traffico di droga sia una attività portante della ‘ndrangheta per acquisire una potenza economica sul territorio – ha spiegato il comandante dei Carabinieri del Gruppo Lamezia, Gianluca Zara – Abbiamo sequestrato oltre 4mila piante di cannabis. L’indagine parte nel novembre 2021 con l’arresto di un piccolo spacciatore e subito dopo abbiamo ricostruito la rete intera, consentendoci così di colpire la rete dello spaccio anche fra giovanissimi”.
Giulia Veltri