Lamezia Terme – “Questo è il Calvario di Stefania, Christian e Nicolò che, come avvenne per Gesù in quel luogo, qui hanno trovato la morte. Ma c’è una vita dopo la morte, che non può avere l’ultima parola. Una morte del genere è unirsi alla Croce di Cristo. E questo ci deve consolare”. Una folla silenziosa, sulla strada e tra gli uliveti a perdita d’occhio, ascolta in lacrime le parole di don Antonio Stranges, vicario foraneo della Diocesi lametina, nella messa in ricordo di Stefania Signore e dei suoi piccoli Christian e Nicolò Frijia, di 7 e 2 anni, che un anno fa morivano, travolti dalla furia delle acque, in località Belle Canne a San Pietro Lametino.
Oggi, a ricordare le vittime di quella notte terribile, davanti all’altare in loro memoria, sono davvero in tanti. I nomi di Stefania, Christian e Nicolò sono dappertutto: su striscioni e palloncini bianchi e rossi a forma di cuore, e persino su un camion vela, con la scritta “Brillate come stelle nel cielo”. Tanti i bambini che portano fiori e messaggi d’affetto, come “Vi vogliamo bene” e “Non vi dimenticheremo mai”. Tra le tante autorità di ogni livello presenti, c’è anche Carlo Tansi, ex capo della Protezione civile calabrese.