Lamezia Terme – Una visita intensa e partecipata quella di Luca Trapanese a Lamezia dove, in occasione della presentazione del suo ultimo romanzo “Non chiedermi chi sono” per Salani, ha raccontato la sua storia di padre della piccola Alba, adottata da single sette anni fa, dopo essere stata abbandonata in ospedale alla nascita perché affetta dalla sindrome di Down.

“La mia vita, dopo Alba, è cambiata come quella di qualsiasi uomo che all’improvviso diventa padre: è più felice, piena, ricca, ma anche affollata di nuovi pensieri e preoccupazioni per il futuro, come capita in ogni famiglia: nulla di straordinario. Penso che la mia storia abbia avuto tanta risonanza perché raccoglie una serie di mancanze da parte dello Stato, riguardo all’adozione – abbiamo una legge ferma al 1983 – alla disabilità e alla famiglia, che è riconosciuta solo in senso tradizionale, quando la società è cambiata”. Uscito di recente sulla storia di Luca anche un film, che “non vuole fare politica né andare contro nessuna ideologia ma pone alcune domande al pubblico sperando di sollevare un dibattito serio e risolutivo sulle mancanze di un paese che non rispetta i diritti: siamo, in questo senso, al 67esimo posto”. Le risposte, secondo Trapanese, sono semplici: “Non dobbiamo più parlare di disabilità solo dal punto di vista sanitario. Le persone disabili non hanno solo bisogno di logopedia, psicomotricità, assegno di cura: dobbiamo adottare un punto di vista culturale. La gente oggi non conosce la differenza fra disabilità e malattia, o la differenza fra le diverse disabilità. Alcuni mi chiedono della “malattia” di Alba – che non è una malattia. Dobbiamo quindi fare in modo che la disabilità sia conosciuta per superare le barriere di paura e di inadeguatezza”.

L’incontro con il Terzo Settore e la visita alla Lucky Friends

Si è svolta in diversi momenti la visita a Lamezia, voluta da Opis (Osservatorio per l’inclusione scolastica), di Luca Trapanese, personaggio noto a livello nazionale per aver smosso le coscienze rendendo pubblica la sua storia di adozione da single della piccola Alba, abbandonata perché affetta dalla Sindrome di Down, ma anche assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, e autore del romanzo “Non chiedermi chi sono” edito da Salani.

Dopo aver pranzato insieme ai ragazzi della Lucky Friends, Trapanese ha voluto incontrare nella Biblioteca “Oreste Borrello” i rappresentanti delle associazioni lametine afferenti al Terzo Settore, aprendo un dibattito a 360 gradi sul tema della disabilità. Ad accoglierlo il presidente di Opis Alfredo Saladini e il vicesindaco Antonello Bevilacqua, in un incontro moderato dal responsabile alla comunicazione di Opis Salvatore D’Elia, che ha visto intervenire, presentando le proprie realtà, il presidente dell’Ambulatorio Solidale Nicolino Panedigrano; Marinella Pucci dell’associazione “Il vizio di vivere” impegnata nel campo della terza età; Carlo Mercuri di Unitalsi Lamezia; Cesare Perri dell’associazione “Sincronia”, dedicata alle persone disabili; Lillino Gaetano, referente di “Progetto Itaca” relativo al campo della salute mentale; Pino Saffioti per associazione “Il Girasole” che si occupa da anni di disabilità. Numerose le istanze presentate dalle realtà coinvolte: dalla mancanza di una sede per “Il vizio di vivere”, alla difficoltà nel mettere in atto i progetti pensati per “Progetto Itaca”. Difficoltà da parte del Comune nell’attuazione di progetti individuali per le persone disabili che vivono sul territorio lametino manifestate anche da Teresa Bevilacqua di Opis, e accolte in un dibattito a più voci, con il contributo dell’ospite. “Oggi non è più pensabile che un’amministrazione gestisca da sola i servizi senza il supporto del Terzo Settore”, ha spiegato Trapanese, “è necessaria invece una coprogrammazione e una coprogettazione, cioè una collaborazione nella gestione dei fondi fra l’amministrazione e le associazioni, cosicché da una mancanza possa nascere una risorsa”. “Siamo disponibili a collaborare e a stare accanto alle associazioni” ha asserito Bevilacqua, assicurando l’aumento dell’organico all’interno del Comune e l’impegno all’avvio di tavoli tecnici. L’incontro prosegue presso la sede della Lucky Friends, dove Trapanese presenta il suo romanzo, dialogando con Michela Cimmino di Opis, Emanuela Muraca presidente Angsa e Rosario Cortese presidente Asd Lucky Friends. Un romanzo che ripercorre una storia realmente vissuta, ispirandosi alle esperienze nel volontariato dello stesso autore, e al suo incontro con un ragazzo affetto da schizofrenia – nel libro, Vittorio – mediato da un sacerdote, che mette in contatto il protagonista Livio con una famiglia fredda e distante, che non riesce a farsi carico della disabilità del figlio, cui il giovane cercherà di offrire supporto. Nascerà fra Vittorio e Livio una vera e propria amicizia, che regalerà qualcosa di speciale a ciascuno di loro. “Quando siamo a contatto con persone disabili, pensiamo sempre di dover dare qualcosa noi, ma in realtà non è così: noi riceviamo qualcosa di prezioso, di inestimabile” ha concluso Trapanese ringraziando per l’accoglienza la Lucky Friends, e aprendo un dibattito sulla disabilità, ma anche sui giovani della generazione Z e sulle loro difficoltà, cui hanno partecipato fra gli altri Rosa Tavella e la consigliera comunale Lucia Cittadino.

Giulia De Sensi

Lamezia, la testimonianza di Luca Trapanese: “Io e Alba in un Paese che ha bisogno di più diritti”

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