Lamezia Terme – Una finestra sul cinema, quella aperta nell’incontro voluto dal Rotary Club di Lamezia Terme al Chiostro San Domenico, con due ospiti d’eccezione: il regista lametino Mario Vitale, noto per il successo di “L’afide e la formica”, già in prima serata su RaiTre, e disponibile su RaiPlay, Sky, e sul canale internazionale RaiItalia, ha dialogato con il critico cinematografico di RaiUno Gian Lorenzo Franzì, membro della Giuria dei Nastri d’Argento, giornalista cinematografico e fondatore del Lamezia International Film Fest (LIFF).  Gli ospiti, dopo i saluti del sindaco Mascaro, hanno aperto un dibattito a tutto tondo, rispondendo alle domande del presidente Rotary Lamezia Antonio Mallamo e dei convenuti, in una sala gremita, alla presenza di numerose autorità Rotariane, dei presidenti di Rotary Club Reventino Battista Folino e Catanzaro “Tre Colli” Carlo Maria Comito, nonché dell’assistente del Governatore Nicola Lo Torto, cui sono spettate le conclusioni e i ringraziamenti.

Un dialogo fra critico e regista, dunque, in cui il primo ha esplorato l’universo creativo del secondo, in un clima di grande familiarità che ha permesso a Vitale di raccontare al pubblico tutte le curiosità, i retroscena e i risvolti umani della propria attività. Un’attività che parte da lontano, con il cortometraggio “La scatola magica” presentato nel 2007 alla prima edizione del Lamezia International Film Fest, e che poi continua con i tre corti “Il Tuffo”, “Al giorno d’oggi il lavoro te lo devi inventare” e “Prenditi cura di me”, tutte opere di cui Franzì sottolinea la grande qualità artistica, indagando il percorso verso il primo lungometraggio. “Il cinema è quello che ho sempre voluto fare, fin da bambino, ci pensavo ogni giorno” racconta Vitale senza schermi, “e quando raggiungi il tuo sogno non sembra vero. Il primo film è un po’ come il primo figlio – di recente sono diventato padre –, l’ansia è paragonabile, e sono riuscito a vedere l’opera con il giusto distacco solo ora che è stata mandata in prima serata su RaiTre”. Con il carisma della semplicità, il regista – che tuttora vive a Lamezia, viaggiando fra Roma e Milano – dipana il suo percorso, spiegando che certo non è facile vivere d’arte, ma che venire da Lamezia o da un’altra qualsiasi città di provincia non è uno svantaggio, e invogliando i giovani a seguire i propri sogni. Un’attenzione ad una fascia d’età particolare che per Franzì costituisce anche il fil rouge della sua opera, la quale indaga “la difficoltà del passaggio fra l’adolescenza e l’età adulta, dalla campana di vetro della famiglia alla vita reale”. “Ho sempre amato i racconti di formazione”, ammette Vitale, che dopo il successo dell’opera prima, ha proseguito firmando la regia del fortunato docufilm Rai “I Cacciatori del Cielo”, un’opera a tecnica mista uscita per il centenario dell’Aeronautica militare, sempre con protagonista Beppe Fiorello, con il quale è nato ormai un sodalizio artistico.

“Si è trattato di un incontro del tutto fortuito – ha spiegato Vitale – ci ha messi in contatto l’agenzia di Valentina Lodovini – una delle prime attrici che abbiamo scritturato – che è la stessa agenzia di Fiorello, e che si è resa conto della sua compatibilità con il ruolo del protagonista. Così gli hanno dato da leggere il copione, e se n’è innamorato”. Una storia, quella di “L’afide e la formica”, nata in collaborazione con lo sceneggiatore Saverio Tavano, che ha richiesto ben quattro anni di scrittura prima di essere pronti per dare inizio alle riprese. Riprese svoltesi a Lamezia, “con la partecipazione piena della comunità”, come sottolineato dal sindaco Mascaro, e che hanno rivelato la bellezza estrema di luoghi – il ponte di Sant’Antonio, l’Arco del Timpone, via Crocefisso, via dei Mille – ai quali tutti si erano abituati fino a smettere di vederli davvero. Vitale ha voluto citare anche alcuni artisti lametini compagni d’avventura nel suo iter: gli attori Dario Natale e Achille Iera, Michelangelo Mercuri (in arte N.a.i.p.), nonché Anton Giulio Grande, presidente della Calabria Film Commission, un altro lametino che sta dando lustro alla città dove sono in questo momento in atto le riprese di un’altra opera cinematografica, il lungometraggio “Una fottuta bugia”. Anche nei progetti di Vitale – che ha da poco sfornato una serie girata a Cariati – ci sono altre due pellicole, in fase di scrittura, che – discorso ancora ipotetico – potrebbero essere girate a Lamezia, dove il sindaco annuncia la creazione di appositi Studios e la fornitura di attrezzature moderne di videoproiezione al Teatro Grandinetti, che se pure per difficoltà oggettive non potrà diventare un cinema a tutti gli effetti, sarà aperto a rassegne e a proiezioni che renderanno attrattiva la città anche da questo specifico punto di vista, regalandole nuovamente la magia del cinema.

Giulia De Sensi

Lamezia, dialogo con il regista Vitale: “Fare cinema partendo da qui è possibile”

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