Intervista a Carlo Tansi: “Abbiamo intenzione di creare un polo di Protezione Civile a Lamezia”
Lamezia Terme – Ottomila incendi in neanche tre mesi: un’emergenza senza fine quella che ha interessato la Calabria nella stagione estiva. Un bollettino quotidiano di interventi in una regione che, già tormentata dalla siccità, è stata letteralmente messa in ginocchio. A bruciare sono stati ettari ed ettari di vegetazione, mandando in fumo, letteralmente, uno dei più grandi patrimoni naturalistici calabresi. La più flagellata è stata la zona del cosentino, ma a conti fatti, anche le altre province non sono state risparmiate. Colpita anche la zona del lametino, con il monte Mancuso, che sovrasta la città della piana, in fiamme, e tanta paura nelle frazioni montane, come ad Acquafredda e San Minà, oppure a Piano Luppino, dove le fiamme hanno lambito le case. Chiusa l’emergenza estiva, non solo si devono fare i conti con gli ettari di foreste bruciati ma, soprattutto, con l’autunno che sta cominciando a fare capolino, e quindi con le prime piogge in arrivo, bisogna considerare anche il pericolo dovuto al rischio idrogeologico. La Calabria è una terra fragile, sotto molti punti di vista e per prevenire rischi ancora più grandi, la Protezione Civile ha messo in guardia 82 comuni calabresi, tra i quali rientrano anche Lamezia, Martirano Lombardo e Platania. E proprio con il responsabile della Protezione Civile regionale, il geologo Carlo Tansi, alla guida del dipartimento dall’ottobre del 2015, abbiamo cercato di capire quali sono le criticità più evidenti, le iniziative messe in atto e le novità.